Vladimir ed Estragon stanno aspettando su una desolata strada di campagna un certo "Signor Godot".
Non vi è nulla sulla scena, solo un albero dietro ai due personaggi che indica il passare dei giorni, attraverso la caduta delle foglie. Ma Godot non appare mai sulla scena, e nulla si sa sul suo conto. Egli si limita a mandare un ragazzo dai due vagabondi, il quale dirà ai due protagonisti "Godot oggi non verrà, ma verrà domani".
Come nell’opera teatrale “Aspettando Godot”, chi soffre di dipendenza affettiva può “restare ad aspettare” per lungo tempo il partner: aspettare che si innamori, che torni, che cambi, ecc.; e mentre aspetta, immaginando i vari scenari possibili, trascura aspetti importanti della propria vita, procrastina decisioni, disinveste dai progetti personali.
Si attende “Godot” quando si hanno delle aspettative non realistiche sull'altro, quando si ha difficoltà a “lasciar andare” o a fare delle scelte. Più aspettative si hanno su ciò che l’altro potrebbe fare, più è probabile restare aggrappati all’idea di ciò che "sarebbe potuto essere".
Questa condizione può alimentare quel profondo vissuto di solitudine dal quale le dipendenti affettive cercano da sempre di fuggire; esse infatti riempiono il loro vuoto con qualsiasi cosa che possa recare sollievo: rimuginando sui momenti idealizzati, rievocando esclusivamente le sensazioni piacevoli, mettendo in atto comportamenti finalizzati a rincorrere e riconquistare il partner, ecc..
Intanto, mentre si aspetta Godot, il tempo scorre e non torna indietro.
Comprendere “quell’antica sensazione di vuoto” potrebbe aiutare a non aggrapparsi con insistenza a qualcosa che non c’è più (o che in alcuni casi non c’è mai stato).
Chi attende troppo, rimane nel ruolo dello spettatore che è fermo a guardare uno spettacolo lungo e dal finale deludente. E spesso ciò che rimane è l’amara consapevolezza di aver pagato il biglietto ed aspettato invano.
“Lasciar andare”, chiudere una relazione disfunzionale o che semplicemente non progredisce, può rivelarsi un’opportunità a condizione che l’amore per sé stessi resti una priorità, che ci sia o meno Godot!
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