giovedì 22 gennaio 2015

Il Mutismo Selettivo: un silenzio colmo di parole


Cos'è il Mutismo Selettivo? E' un bambino che soffre in silenzio (dott.ssa Elisa Shipon- Blum)



Che cos’è il Mutismo Selettivo?

Il Mutismo Selettivo (MS) è un disturbo infantile caratterizzato dall'"incapacità" del bambino di parlare in determinate situazioni sociali; esso non è causato da disturbi organici infatti, nella maggior parte dei casi, il bambino parla liberamente in casa mentre è muto in altri contesti (es. a scuola) e soprattutto in presenza di adulti.  
Secondo il DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), i criteri diagnostici per individuare un bambino selettivamente muto sono i seguenti:

A Costante incapacità di parlare in situazioni specifiche (in cui ci si aspetta che si parli) nonostante parlare sia possibile in altre situazioni.
B L’anomalia interferisce con i risultati scolastici, lavorativi o con la comunicazione sociale.
C Il mutismo dura da almeno un mese (non limitato al primo mese di scuola).
D L’incapacità di parlare non è dovuta al fatto che non si conosce, o non si è a proprio agio con il modo di parlare richiesto nella situazione sociale.
E Non sono presenti disturbi della comunicazione (come la balbuzie, ecc..) e altri disturbi mentali (come autismo, schizofrenia, ritardo mentale).

Come si manifesta il MS?

Di solito i primi sintomi compaiono intorno ai tre anni: essi sono la timidezza, il rifiuto di parlare in alcune situazioni, un comportamento riservato; tuttavia, i familiari del bambino non notano di solito nessun problema significativo nel comportamento relativo al linguaggio, poiché, come già detto, egli parla normalmente in casa. Questo disturbo viene riconosciuto in modo chiaro e diagnosticato verso la fine della scuola materna o durante il primo anno della scuola elementare, cioè in quelle situazioni in cui ci si aspetta che il bambino usi il linguaggio verbale; a quel punto, però la media dei bambini con MS è muta già da due anni e il comportamento non-verbale è diventato un atteggiamento consolidato e difficile da modificare. 
I bambini con MS hanno, nella maggioranza dei casi, dei tratti tipici: spina dorsale diritta con la testa e le spalle lievemente curvate in avanti, uno sguardo evasivo abbassato, braccia irrigidite stese lungo il corpo, sguardo fisso nel vuoto. I loro visi sembrano spesso senza espressione, apparentemente incapaci di provare emozioni. 

Cosa provano questi bambini?

Contrariamente a ciò che comunemente si pensi, questi bambini hanno un grande desiderio di parlare ma non riescono a farlo: possono aver paura di parlare oppure  possono sentirsi imbarazzati perché non sanno quale sarà la reazione da parte delle altre persone. Il loro livello di ansia cambia da un contesto all’altro e può essere molto frustrante per loro parlare con disinvoltura in una situazione ed essere completamente bloccati in un'altra. Proprio per questo motivo il MS può essere considerato una forma di ansia da comunicazione.


Come aiutare il bambino con MS?

Per aiutare il bambino selettivamente muto a superare la sua difficoltà a parlare è fondamentale innanzitutto non incorrere in 2 luoghi comuni:
1. Molto spesso, il loro silenzio viene interpretato come forma di aggressività passiva o di opposizionalità: i bambini che soffrono di mutismo selettivo non scelgono di essere muti,  il loro comportamento non è né intenzionale né vendicativo. Il mutismo diventa un metodo disfunzionale per controllare la propria ansia e gestire le proprie emozioni. 
2. L’altro luogo comune considera il mutismo selettivo solo una grave forma di timidezza, che di solito si risolve con la crescita. La timidezza è un tratto non-patologico della personalità e non è paralizzante come il mutismo selettivo. 
Il bambino con mutismo selettivo è un bambino che soffre in silenzio e pertanto è necessario intervenire il più precocemente possibile per aiutarlo a verbalizzare le sue emozioni. Se la sua ansia non viene curata possono manifestarsi, con il tempo, ulteriori problemi: isolamento sociale, risultati scolastici mediocri, dispersione scolastica, incapacità di cercare un impiego nell’età adulta, ecc..

Suggerimenti

Se il problema è persistente e pensate che non sia solo timidezza, oppure se il bambino continua a non parlare verso la metà dell'anno scolastico, rivolgetevi ad uno specialista.
Non costringete il bambino a parlare:  se l’ambiente circostante concentra la sua attenzione sul suo mutismo con una continua richiesta di parlare, il risultato sarà un aumento della sua ansia e frustrazione.
Concedete il non verbale come comunicazione alternativa: indicare, sorriso, cenno, mano alzata.
Non utilizzare nessuna forma di ricatto, punizione, inganno.
Puntate piuttosto alla responsabilizzazione che possa aumentare la sua autostima (ad es. attraverso piccoli commissioni e ruoli di responsabilità in classe)
Fare attenzione alle prese in giro o alle reazioni del gruppo dei pari.
Incoraggiare il bambino a frequentare attività extra scolastiche che favoriscano la socializzazione.
È importante che il bambino con mutismo selettivo si senta apprezzato, compreso e non giudicato.

Cause e trattamento del Mutismo Selettivo 

Possiamo sostenere che ogni bambino è un caso a sé perché le cause del MS sono varie. Negli anni sono state avanzate numerose interpretazioni circa le possibili cause; oggi si ritiene che l’ansia rappresenti uno dei fattori rilevanti nello sviluppo e nel decorso di tale disturbo.  
Rapporti familiari caratterizzati da un’eccessiva dipendenza tra i membri sono fortemente correlati alla comparsa di mutismo selettivo: un bambino con un debole senso di autoefficacia percepisce la presenza del genitore necessaria allo svolgimento delle sue attività, quindi in tutte quelle situazioni in cui il genitore è assente si attiverebbe uno stato di allerta.
Come sostiene Reed "poiché il mutismo selettivo è causato da diversi fattori psicologici in personalità differenti, non esiste un trattamento standard" (1963). Per questo motivo si cerca di intervenire su più livelli (individuale, familiare e sociale) in modo da garantire un maggiore successo. 
Resta di cruciale importanza il contributo della famiglia nel processo terapeutico poiché essa è sempre la risorsa principale nel trattamento di tutte le psicopatologie infantili; il suo supporto emotivo e la capacità di aiutare il bambino a esternare e gestire le proprie emozioni, soprattutto in situazioni che generano in lui ansia, rappresenta uno degli strumenti essenziali della terapia.


https://www.youtube.com/watch?v=gg-AT_koayc